Iniziamo questa settimana una serie di interviste, quattro chiacchiere amichevoli in realtà, con tutti i tecnici Orvieto Volley Academy. Cercheremo così di far conoscere meglio sia loro sia le varie squadre che allenano. Partiamo con coach Mirco Giappesi parlando di Serie D e Under 18 maschili, due dei gruppi che allena insieme all’ under 14 Maschile e all’under 13 Femminile.
Seconda stagione per il gruppo della Serie D Maschile. Si parte il 2 Novembre in trasferta a Terni. Mercoledì i ragazzi hanno disputato la prima amichevole con i ragazzi di Orte. Al di là del punteggio di 3-2 che indicazioni ha dato la partita?
Posso dire che la prima uscirà stagionale sia andata abbastanza bene. Certo l’avere a disposizione lo stesso gruppo dello scorso anno facilita non poco il gioco, anche se occorre tempo comunque per ritrovare gli stessi equilibri di gioco. Per mia scelta ho provato nei 5 set giocati, 5 settetti diversi, facendo giocare tutti in maniera abbastanza omogenea e provando diverse soluzioni ed adattamenti. Stiamo cercando in allenamento a provare a velocizzare un po’ di più il gioco ed a gestire le situazioni non ottimali con più attenzione e concretezza, e qualcosa di buono si è visto. Non ho ancora analizzato gli scout fatti e vedremo se questa sensazione troverà riscontro anche nei numeri.
Lo scorso anno ci siamo fermati ad un punto dai playoff, non senza qualche rammarico. Quest’anno Narni, promossa in C, lascia il posto a Città di Castello. Cosa chiedi ai ragazzi in un campionato che sicuramente conoscono meglio?
Sicuramente migliorare la classifica e quindi inevitabilmente fare i play off. Un punto nella passata stagione non ci ha permesso di raggiungere questo obiettivo che sarebbe stato il giusto premio visto che eravamo il gruppo più giovane. Un anno in più di esperienza ci permetterà di fare tesoro di quello che abbiamo fatto sia in termini positivi che negativi, cosa che ci permetterà quindi di essere più consapevoli dei nostri mezzi e di saper gestire meglio alcune situazioni. Probabilmente saremo anche questo anno la squadra mediamente più giovane, ma questo non deve essere un limite o un alibi, se vogliamo puntare a migliorarci.
Anche l’Under 18 è ai blocchi di partenza e la squadra è una costola della Serie D. Il doppio campionato può essere un bagaglio di esperienza da portare nel campionato regionale?
Sicuramente il fatto che 8/14 della serie D siano ancora under 18 e partecipino al loro campionato di categoria non può che andare ad aumentare quel bagaglio di esperienze e di gioco fondamentali per il nostro sport. Ad eccezione che per Alessandro Bocchino, per tutti gli altri, questa è l’ultima partecipazione ad un campionato giovanile, occasione e spinta motivazionale in più per cercare di alzare un po’ l’asticella degli obiettivi.
Per loro, a parte come hai detto Alessandro, sarà l’ultima stagione nelle giovanili. Cosa speri gli resti di questo cammino?
Come già detto, per quasi tutti, è l’ultimo anno di partecipazione ad un campionato giovanile. Abbiamo le potenzialità per fare bene, sempre tenendo in considerazione, che affronteremo Società, che hanno una struttura tecnica ed un organico più finalizzato verso campionati nazionali, ma credo che potremo dire comunque la nostra. Per una Società come la nostra, che per ovvi motivi di “carriera accademica” vede i nostri giovani “emigrare” verso altre città universitarie, i campionati giovanili devono diventare sempre più fonte di investimento e di interesse, per crescere squadre sempre più competitive ed atleti che poi magari giocheranno in campionati di serie in altre realtà.
E coach Giappesi cosa chiede a se stesso in questa stagione che lo porterà verso quota 2000 panchine?
Questa sarà una stagione impegnativa che mi vedrà coinvolto in 5 campionati, 1 di serie e 4 giovanili. Non raggiungerò certamente in questo anno le 2000 panchine ma mi ci avvicinerò di molto. Cosa chiedo? Fare bene in tutti i campionati, che non sempre significa vincerli e vincere partite. Vedere crescere, giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, i nostri atleti, non solo da un punto di vista sportivo, ma soprattutto “educarli” a diventare brave persone. E credetemi, questo oggi, vale più di qualsiasi altra medaglia. Poi ovviamente si gioca per vincere, ci si allena per diventare atleti sempre più forti, e si combatte insieme per raggiungere obiettivi di squadra sempre più alti, ma nel rispetto dei valori che sono propri dello sport, ma che spesso sono dimenticati o che passano in secondo piano rispetto al risultato.